RTL 102.5 Power Hits e l’ascesa di Jared Leto

RTL 102.5 organizza per il secondo anno consecutivo la celebrazione del tormentone dell’estate, il tutto, nella suggestivissima cornice dell’Arena di Verona, rigorosamente sold out da settimane.

Non nego di serbare un filo di preoccupazione considerando che, se ci fosse una voce sul dizionario ad indicare l’esistenza meno estiva del pianeta, probabilmente trovereste il mio nome e numero di telefono.
Non fraintendetemi, non disdegno ombrelloni, l’acqua salata sulla pelle e i ritornelli catchy che sembrano martellarti il cervello: tendo solo a disdegnarli in maniera molto rapida.
Ma questo è un mare in cui, almeno per il momento, non nuoteremo.
La serata comincia puntuale alle 20.30 e, da subito, si coglie la maestosità con la quale la radio più ascoltata d’Italia ha organizzato minuziosamente questo evento.
Testimone ne è certamente l’elicottero che sorvola l’Arena per annunciare l’inizio dell’evento che, Angelo Baiguini promette, non terminerà prima di quattro ore.
Un altro rantolo di sudore e preoccupazione divampa sulla mia fronte: mi chiedo se alla fine dello show sarà un capello bianco a donarmi un’aria più saggia ed autoritaria, oppure una marcata ruga di espressione.

Si susseguono esibizioni di ordinaria partecipazione passiva, a momenti musicali di un certo spessore, performance che a distanza di 14 ore sento di non ricordare totalmente a spaccati emozionali che probabilmente mi hanno lasciato qualcosa.
Nelle scoperte positive sento di inserire innanzitutto le esibizioni di Ultimo, bellissima congiunzione tra la freschezza di parole nuove e la maturità pregna di sostanza e spessore nel proporle.
Il suo con Fabrizio Moro è, a mio avviso, il duetto più riuscito dell’estate, nonostante di estivo non abbia effettivamente nulla.
Pollice riverso al cielo anche per Calcutta, portatore di testi che non riesco mai a classificare totalmente in una colonna di spessore ma che, per questo motivo, considero geniali e sempre degni di una corretta analisi.
E poi è stato l’unico a dire che la sua di Arena, era più bella, in una serata tripudio di belli che siete.
Brava e super piacevole anche Alice Merton, un’iniezione di venature british in una serata cautamente nazional popolare.

Poi arriva l’exploit, il mio personalissimo momento di up, chiamatelo come meglio credete ma sto parlando del momento in cui un concerto si tramuta nel concerto.
I Thirty Seconds To Mars si fanno strada sul palco, si presentano sommessamente e in un attimo, Jared Leto – in una mise che amplifica sempre di più le voci di corridoio sulla sua presunta identità evangelica – invita tre quarti di venue sul palco.
Ragazzi, credetemi quando vi dico che un terrore così arguto e profondo, l’ho riscontrato solo negli occhi degli addetti alla sicurezza che ieri sera prestavano servizio in Arena.
Tra un “maledizione qui si finisce a Studio Apertoe un “mannaggia Ilaria non aveva proprio torto sulla cazzimma dei Thirty” , l’ormai duo, si porta a casa due esibizioni al cardiopalma (in tutti i sensi) e si rivela la colonna portante della serata.

Si prosegue con ulteriori momenti musicali più o meno degni di nota e , più volte, mi ritrovo a desiderare ardentemente di avere il carisma e l’eccentricità di Renato Zero e Cristiano Malgioglio, alla loro rispettiva età.

L’estate 2018 alla fine, se la porta a casa Loredana Bertè in featuring con i Boomdabash e mi sento felice per lei.
Non che la Bertè abbia bisogno di un award estivo per affermare la sua grandezza, ma la luce del riscatto e della rinascita sul suo volto, chiudono in bellezza questa serata.
Questa lunga, lunghissima serata.

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