L’identità dei Måneskin è servita

Sembra ieri quando, le audition di X Factor, sembravano porgerli al pubblico come i nuovi vincitori dopo tre minuti di esibizione ed io, dall’alto del mio divano, speravo celassero una certa cazzimma musicale perchè, quella visiva, ce l’avevano tutta.
Da quel momento di acqua sotto ai ponti ne è passata ed in merito, sono stati effettuati tutti i ragionamenti del caso secondo la quale – giustamente – una band non dimostra appieno il suo valore sino alla pubblicazione di pezzi propri.
Oggi abbiamo la prova del nove e si chiama Il Ballo Della Vita, il primo album di inediti dei Måneskin dopo l’esperienza del talent.

Se dovessi riassumere il disco in una parola, sin dall’albore dei primi ascolti, sarebbe senz’altro identità.
Il Ballo Della Vita è un disco che può trovare consensi o meno, a seconda della soggettività di ognuno ma che, indubbiamente, propone un’impronta identificativa netta e importante, fattore decisamente non scontato considerando la situazione discografica in Italia.
Insomma non è un album che, in radio, potrebbe fornire all’ascoltatore il dubbio su a chi appartenga la voce dalle casse, tantomeno l’orma strumentale.
Un altro elemento di spicco, è senz’altro il senso di rivalsa contenuto in praticamente tutti i pezzi, quasi in linea con la decantatissima Marlena.
Una rivalsa tale che, a metà dell’ascolto totale, l’istinto è quello di uscire in giardino in mutande ed urlare Ora ho la forza di rinascere / Lavare tutti i miei vestiti dalla polvere.

I Måneskin fanno il loro ingresso vero e proprio nel mercato discografico, con una proposta ben bilanciata tra l’inglese e l’italiano, anche se l’ago della bilancia verte prevalentemente su pezzi ritmati e uptempo.
Qui giunge l’aspetto, a mio avviso, più curioso del progetto.
Nella mia precedente recensione di Torna A Casa – potete trovarla qui – ho manifestato una certa confusione riguardo alla voce di Damiano vestita dell’abito affascinante – ma pericoloso –  della ballad.
Sono felice di ricredermi urlando a gran voce quanto, il pezzo più riuscito de Il Ballo Della Vita, sia proprio la ballad Le Parole Lontane , dove viene mostrata una venatura cantautorale e dalle atmosfere a tratti gotiche.
Ecco, mi sarebbe piaciuto ascoltare materiale maggiormente su questa linea nel disco, perchè trovo che, i Måneskin, abbiano delle possibilità positive anche in quel senso.
Questa, indubbiamente, è prevalentemente una considerazione personale, legata anche al fatto che il frontman Damiano, in ambito di liriche, ha dimostrato di possedere delle belle competenze.

Il Ballo Della Vita non è per il dinero, e non era necessaria la specifica nel featuring con Vegas Jones.
Quando un progetto racchiude personalità, i soldi non sono altro che una conseguenza.

12 pensieri su “L’identità dei Måneskin è servita

  1. Analisi perfetta, a me sono piaciuti da subito, quando hanno perso la finale di X factor ci sono rimasta di sasso, ma guardando dove sono arrivati, e senza gli obblighi ed i vincoli discografici da vincitori, credo sia quasi stato meglio così… si sono presi il loro tempo per sfornare un album ben studiato, completo, non fatto di fretta, simbolo della propria personalità 🙂

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    1. Sono d’accordo, lì per lì lo sgomento della mancata vittoria c’è stato. Ma con il senno di poi, gli è stata data la possibilità di sfondare senza le clausole soffocanti del contratto post vittoria.. ti ringrazio per i commenti Ehipenny, benvenut* sul blog 💥

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