Seat Music Awards: che cosa ascoltano gli italiani?

5 giugno 2019, Arena di Verona

Cambia lo sponsor ma non la formula: i Seat Music Awards riconfermano Carlo Conti, Vanessa Incontrada, l’Arena di Verona e forniscono qualche spunto in più sulla consistenza attuale del panorama musicale italiano.
Nonostante questa edizione del format abbia dato la possibilità di presentare sul palco i singoli che andranno ad accarezzarci le tonsille per le prossime tre mensilità, una manifestazione musicale così mainstream ci fornisce al contempo la possibilità di capire quali sono le certezze delle playlist degli italiani (per la maggiore).

GLI EVERGREEN

La categoria degli evergreen racchiude tutto quel mondo di nomi che conosci al punto tale, da poter considerare l’idea di invitarli a qualche barbecue di famiglia.
Parliamo di Francesco de Gregori, Roberto Vecchioni e Antonello Venditti schierati nel favoloso mondo delle parole; dal solidissimo universo dei palazzetti in costante sold out, troviamo invece Ligabue, Biagio Antonacci, Laura Pausini, Elisa e Claudio Baglioni che ci pongono un tenue ciao con la manina.
Sono il prezzemolo delle conversazioni musicali italiane per antonomasia ed il biglietto assicurato acquistato da quella rete di conoscenze che, ai concerti, ci va solo nella serata in cui l’eclissi lunare è visibile dalla Terra.

SULLA STRADA PER L’EVERGREEN

Sul percorso alberato verso la santificazione ufficiale nelle playlist degli italiani, ci sono Marco Mengoni, Ermal Meta, Alessandra Amoroso e i TheGiornalisti.
Hanno alle spalle ormai qualche solido anno di carriera fra alti e bassi ma, il pubblico, ha sempre portato le loro canzoni sulle vette della certezza e investito brandelli di stipendio nei loro tour.
Le radio li abbracciano all’interno del loro manto pericoloso e rassicurante, la critica li elogia e li stronca, ma non li accantona mai.

LE NUOVE LEVE

Ci inoltriamo in un pianeta stilistico dal timbro immacolato, in un connubbio fra poche annualità di carriera e ventate di freschezza nella proposta.
E’ il parallelo dei Måneskin, di Ultimo, Irama e Mahmood.
Sia che si ritrovino a puntare sulla forza dei testi, della presenza scenica o della personalità del sound, le nuove leve barcollano fra le incertezze di un pubblico non ancora pienamente consolidato e danzano fra le consapevolezze dell’attualità dei loro progetti.

SULLA LINEA SOTTILE

La linea sottile è una location che alterna periodi di grande visibilità a momenti di importanti silenzi.
Parliamo di J-Ax, ogni secondo più impegnato in situazioni sempre più distanti dalle sue origini; troviamo Gué Pequeno, apprezzato maggiormente per la sua discografia meno esposta e anche del buon Gigi d’Alessio: nessuno dice di ascoltarlo ma i ritornelli li sappiamo tutti.

Cosa pensate di questa analisi di ciò che, sempre per la maggiore, gli italiani tendono ad ascoltare?
Avete seguito i Seat Music Awards?
Trovate dei video della serata nelle stories di MICALIEN.

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