Il ventidue agosto scorso – anticipato da un quantitativo di mail fra lo stalking e il vibe alternative tumbrl – è stato presentato People, il nuovo pezzo targato The 1975.
Il brano vuole essere una sorta di entrée prima della cena vera e propria, un album chiamato Notes On A Conditional Form in uscita nel 2020.
Questo blog non è nuovo alla discografia dei 1975 e per permettervi di cogliere al meglio il nuovo singolo di cui sto per parlarvi, sento il bisogno – trash – di autocitarmi.
Nella recensione dell’album precedente, infatti, la mia concezione riassuntiva del progetto discografico 1975, trovava spunto in queste parole:
La maggior parte delle volte in cui mi ritrovo a parlare dei 1975, mi chiedono a quale genere appartengano: non l’ho mai capito.
Le opzioni sono due: la band ha un’impronta fievole o ha una maestria tale da potersi destreggiare su più fronti.
Ho sempre ritenuto la discografia The 1975 degna di essere catalogata nella seconda opzione nonchè, questa impossibilità di categorizzarli in qualsiasi range, la loro più grande forza.
Eppure, il primo ascolto di People, mi ha gettato in una prognosi ben più che riservata.
Vorrei cercarvi dei meme adatti per provare a spiattellarvi nel cervello un qualcosa di lontanamente simile all’espressione del mio volto in quel momento, ma non penso che l’Internet ci sia ancora giunto.
People abbatte una qualsiasi definizione anche approssimativa del range, della categorizzazione, del percorso artistico lineare e coerente.
Ed il primo ascolto, non ha rispettato le aspettative: questa volta hanno esplorato un mondo troppo lontano, anche per loro che di mondi ed appartenenza, non ne hanno mai voluto troppo sapere.
Solo in seguito mi sono resa conto degli insegnamenti che questo pianeta mi ha inculcato: pochi uomini meritano una seconda occasione, ma Matty Healy è uno di quelli.
Non è stata una retromarcia, non è stata una deviazione di percorso o di ideologie: è stata una via verso la comprensione.
People non è un pezzo immediato, ma è un pezzo dannatamente figo e trova questa venatura stilistica all’interno del testo.
Wake up / Wake up / Wake up
it’s Monday morning and we’ve only got a thousand of them left
Si parla di cambiamento climatico nelle misure drastiche in cui dovremmo parlarne, delle teorie antiabortiste, della generazione attuale che sembra l’unica ad aspirare in maniera concreta ad un cambiamento, nonostante parlare male dei giovani sia consuetudine.
Il brano è riuscitissimo, rimanere fissi sulla prima impressione è da stolti e se sentite un Wake Up Wake Up Wake Up fuoriuscire da un auto azzurra ad un volume molesto beh, sono io.