21 anni, un quantitativo di km sui polpacci che manco la Cinquecento di vostro zio Gianni e l’ultima data del Milano Rocks ancora da affrontare.
La serata conclusiva del festival spetta all’opening dei Fidlar, alle esibizioni di Billie Eilish e alla main band della serata, i Twenty One Pilots.
Rispetto alla serata precedente – FLORENCE / THE 1975 – le differenze sono palesi e non è necessario alcun tecnicismo o scarabocchio riflessivo per riscontrarle.
L’età media dei presenti si abbassa bruscamente, ci sono un sacco di decolorazioni blu in più sulla testa della gente e probabilmente, il budget di vendita del merchandising è schizzato alle stelle, considerando la quantità di gadget e magliette orgogliosamente indossati al MIND di Milano.
È il potere del mainstream: il terreno fertile di Billie Eilish da sempre e la nuova venue di riferimento per i Twenty One Pilots.
Al contrario dell’evento della sera precedente, inoltre, il vibe drama adolescenziale mi impone di arrivare in location una mezz’oretta prima, il tempo necessario per assistere all’opening designato per la serata: i Fidlar, appunto.
Fondamentalmente: avrei potuto scolarmi una Coca Cola in più in hotel o perdere ventisette calorie in meno evitando di accelerare il passo, nel tentativo di non perderli.
Prolissi, sempre sulla stessa linea.
La stessa che ti aspetteresti da un frontman che si tiene i capelli lunghi sul viso per creare quel vibe cringe secondo cui, il rock, avviene nel momento in cui ti piazzi una ciocca di capelli in faccia: errato all’ennesima potenza.
Arriva il momento di Billie Eilish dove ammetto di classificarmi un po’ come lo zio sulla sessantina che, vedendoti con le cuffiette e il cappuccio della felpa alzato, ti chiede se stai ascoltando la tRaP, il genere che sPaCca adesso.
Profondamente impreparata, assisto ad un live interessante che, a causa di un infortunio nel corso della prima canzone, ci regala sì una parte estremamente umana di Billie, ma un live che percorre sempre la stessa onda.
Momenti di hype, momenti di down, per una proposta che sembra virare sempre verso la stessa mite direzione.
Strumentalmente parlando e a livello di riferimenti, il live di Billie occupa un range davvero tanto limitato che abbraccia sì, gli amanti del genere, ma si trova ad allontanare tutti coloro che non lo colgono pienamente. Me, per esempio.
Lo scatto finale del Milano Rocks, almeno per il 2019, tocca però ai Twenty One Pilots che – mega spoiler – regaleranno l’emblema per antonomasia di uno show che congiunge musica figa, abilità, tecnicismo, stupore scenico, spontaneità e cura minuziosa, in una convivenza che li rende bravi e interessanti come pochi, al momento.
I Twenty One Pilots pongono sul tavolo del Rocks un sacco di elementi che trovano un punto di congiunzione all’interno di una firma che può essere impressa solamente di loro pugno.
Energia e riflessione, cantato e rappato, con uno spazio fisso ad una buona quantità di realtà musicali, sia a livello di spunti che di strumenti, nello specifico.
I Twenty One Pilots regalano un concerto versatile, che potrebbe mettere d’accordo un sacco di persone con convinzioni e caratteristiche differenti: una forza per i consensi, un rischio per il bivio del mainstream.
L’ultimo appunto va al Milano Rocks e all’organizzazione in occasione dell’evento: in Italia, i festival, possiamo gestirli ed organizzarli.
Questi due giorni ne sono stati la prova!
Es una crónica tan cercana, digna del mejor periodismo personal.Gracias y felicidades por eso, Mica. Abrazo fuerte
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Muchas gracias, you’re always so kind to me! Grazie! ❤
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Bell’articolo, davvero. Non una mera cronaca, mi piace molto quello che noti e come lo scrivi. Forse le foto non valorizzano tanto l’articolo, ma penso in base alla posizione (e al telefono) poco si poteva fare 😉
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Ci sono due elementi da dover perdonare, in questo caso: il mio Huawei e la mia inabilità nel recarmi ai concerti prima dei 27 minuti dall’inizio.
Per il resto ti ringrazio, la scrittura vuole essere il fulcro in questo spazio! ❤
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Ma certo, perdonata 😁 Si, alla fine la scrittura è il fulcro ed io con le foto sul mio blog ho proprio poco da insegnare 😉
Alla prossima recensione 🙂
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